Questo prodotto è stato realizzato con le migliori materie prime disponibili sul mercato italiano.
La qualità dei prodotti Made in Italy è riconosciuta a livello internazionale. Le materie prime utilizzate sono attentamente selezionate per garantire la massima qualità e sicurezza, seguendo rigorosi standard di produzione e controlli di qualità.
Tutte le fasi di produzione sono eseguite in Italia, precisamente nel comprensorio di Civita Castellana da artigiani specializzati. La storia dell’arte della ceramica a Civita è molto antica, ne abbiamo le prove con reperti archeologi del popolo falisco, per arrivare allo statuto comunale del 1556, in cui si rileva che fin dal XVI secolo esisteva in città la “Corporazione dei Vascellari” a cui erano associati coloro che lavoravano l’argilla per farne utensili.
L’Italia dei primi decenni del secondo dopoguerra è un paese bisognoso di ricostruire il proprio tessuto industriale e l’area di Civita Castellana naturalmente non fa eccezione. Negli anni ’50 molti operai furono licenziati perchè le aziende in cui lavoravano non riuscirono a far fronte a una crisi sia finanziaria che produttiva.
Ecco allora che, spinti dal bisogno, molti ceramisti decisero di rilevare dai proprietari le fabbriche: si trattava di non disperdere un capitale umano e di conoscenze tecniche di alto livello, di continuare a tenere viva la vocazione “naturale” di tutto un territorio.
La gestione aziendale non è più quella tradizionale, perché i proprietari sono i lavoratori stessi: questo nuovo assetto aveva il vantaggio di aumentare la capacità produttiva, in quanto i ceramisti erano toccati ancora più direttamente di prima dal successo o dall’insuccesso del loro lavoro. Il cottimo diventa un modello contrattuale molto praticato.
Negli anni ’60 l’espansione edilizia in Italia fu tumultuosa, per cui la richiesta di beni di consumo diventò alta e pressante.
Questa domanda venne soddisfatta grazie a fondamentali innovazioni nel ciclo produttivo: il forno a fornace toscano alimentato a legna venne soppiantato da quello a tunnel, capace di garantire una cottura più uniforme, e venne introdotto il colaggio. Simili innovazioni richiesero necessariamente altre figure professionali, che andarono a incrementare gli organici, o l’aggiornamento di chi era legato a una tecnica tradizionale e che proprio per questo era capace più di altri di fare proprie le nuove tecniche. In questi anni si delineano in maniera più precisa i confini di quello che oggi è il distretto della ceramica di Civita Castellana.
Il decennio ’70 vide ancora una domanda forte, che portò a una certa standardizzazione del prodotto verso il basso. Molti operai non specializzati sono attratti da un settore in continua crescita che garantisce lavoro e alti salari, ma le conseguenze di questa corsa sregolata non tardarono a farsi sentire.
Nel decennio successivo, infatti, la crisi del mercato europeo rappresentò un colpo durissimo per molte aziende, incapaci di essere competitive: resistettero quelle che, continuando a innovare, riuscirono a conquistare fette del mercato medio-orientale.
Un profondo cambiamento si rese quindi ancora una volta necessario per far sì che un simile patrimonio non venisse cancellato e furono di nuovo le innovazioni tecnologiche, come nuovi macchinari per il colaggio e robot per la smaltatura dei pezzi, a contribuire alla sopravvivenza del polo produttivo.
Le esigenze del pianeta hanno poi condotto tutte le aziende del polo industriale ad impegnarsi in una costante ricerca, finalizzata al rispetto della natura e a diminuire l’impatto che la produzione aziendale ha sull’ambiente. Sono decollate così politiche GREEN con l’implementazione di impianti robotizzati che hanno consentito un sensibile miglioramento qualitativo dei prodotti in associazione alla riduzione dei consumi energetici e dall’impatto sull’ambiente.
Quello di Civita Castellana è un distretto che sa valorizzare al massimo il saper fare artigianale, coniugandolo alle esigenze di una produzione di qualità su vasta scala; in un territorio che possiede tutte le risorse per affrontare con ottimismo le molte sfide che il futuro non mancherà di proporre nel settore della produzione ceramica.
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